Uno studio conferma: le microplastiche sono presenti nella placenta umana: siamo in grosso pericolo
L’impatto delle microplastiche a livello ambientale è devastante, e averle trovate da tempo nel corpo dei pesci e delle balene aveva già destato allarme e preoccupazione per le gravi ripercussioni che questo aveva in tutta la catena alimentare e in generale negli ecosistemi.
Ad allarmare ancora di più ora è uno studio compiuto su 62 placente di feti che ha confermato la presenza di microplastica in TUTTI i campioni.
Un problema ambientale
Le microplastiche rilevate sono il Polietilene, l’elemento con cui comunemente si fabbricano le bottiglie in plastica, e a seguire il PVC ed il Nylon.
Il problema ambientale è noto da tempo, considerato che le microplastiche sono state rinvenute nell’Everest e nei meandri più profondi degli oceani.
Un problema di salute
Sempre più studi confermano il micidiale impatto che hanno le microplastiche sulla salute di tutti: è confermato il loro ruolo nelle malattie intestinali croniche (IBD): morbo di Crohn e colite ulcerosa, nel cancro al colon negli under 50, ed è confermato anche il loro coinvolgimento nell’abbassamento della conta spermatica, fatto che pone a rischio il futuro stesso della specie umana.
Il professor Matthew Campen, a capo della ricerca dell’università del New Messico che ha evidenziato questi dati preoccupanti, afferma:
“se stiamo constatando questo nelle placente umane, significa che riguarda ed impatta anche la vita di tutti i mammiferi sulla terra e questo non è buono...”
Le concentrazioni rilevate nei campioni variano da 6,5 a 790 migrogrammi per grammo di placenta. Se consideriamo il tempo relativamente breve della vita della placenta (8 mesi), a maggior ragione pensiamo alla quantità che si può depositare nel nostro corpo durante tutta la vita.
Siamo vicini al punto di non ritorno eppure, incredibilmente, la produzione di plastica a livello mondiale continua ad aumentare.
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