Dimagrire, più semplice a dirsi che a farsi
La situazione, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, è invero piuttosto comune; a molti è capitato di trovarsi in un periodo di forte stress ed ingrassare; molti si sottopongono a diete di tutti i tipi e non perdono un etto, altri ancora vanno in vacanza, mangiano più del dovuto e tornano a casa con la soddisfazione di avere perso qualche chilo. Tutti questi fenomeni sono dovuti in toto, o quasi, alla disregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (Hpa).
L'asse Hpa è uno degli assi neuro-endocrini che svolge un ruolo importante nella regolazione della risposta allo stress, regolando la secrezione di glucocorticoidi: cortisolo nell’uomo, corticosterone negli animali.
Prima l'ipotalamo produce e rilascia l'ormone che rilascia la corticotropina (Crh), che successivamente stimola la sintesi e il rilascio di adrenocorticotropina (Acth) dall'ipofisi anteriore, e questa stimola la sintesi e il rilascio di cortisolo o corticosterone da parte della corteccia surrenale.
Ritmo circadiano
I livelli fisiologici di glucocorticoidi seguono un ritmo circadiano: un picco mattutino appena prima del risveglio, una rapida diminuzione nelle ore successive e un declino più graduale nel corso della giornata, fino a raggiungere livelli molto bassi prima di coricarsi.
La prova del coinvolgimento dell' asse Hpa nella regolazione del peso corporeo e della distribuzione del grasso corporeo si riscontra in due estremi di concentrazioni plasmatiche di cortisolo nell'uomo.
La malattia di Addison, caratterizzata da ipocortisolìsmo, è correlata alla perdita di peso e la sindrome di Cushing ,iperccortisolismo, è correlata al rapido aumento di peso, in particolare all'aumento di grasso nel tronco e nel viso, ma non negli arti.
Soggetti obesi con accumulo di grasso viscerale mostrano un’iperattivazione cronica dell’asse Hpa, ovvero una riduzione dei livelli di cortisolo salivare e sierico, un incremento della secrezione urinaria di cortisolo, un aumento della risposta al cortisolo e un aumento della secrezione di cortisolo dono l'attività fisica e condizioni di stres psicologico.
I livelli fisiologici di glucocorticoidi seguono un ritmo circadiano
Un recente studio ha osservato anche una relazione inversa tra il funzionamento dell'asse HPA e l'accumulo di grasso viscerale dopo attività fisica ad alta intensità, accompagnata dall'ingestione di 4 mg di desametasone, suggerendo che l’accumulo di grasso viscerale si riferisca proprio al disturbo di questo asse.
Come agisce lo stress
Lo stress sembra alterare l'assunzione di energia in due modi, sia in presenza di eccesso di cibo sia in carenza dello stesso.
In questo senso risultano molto interessanti due studi: il primo è una retrospettiva che ha valutato l'assunzione di cibo da parte dei Marine degli Stati Uniti durante un combattimento, dimostrando come lo stress di quel tipo di pericolo abbia comportato una diminuzione dell'apporto energetico; il secondo è invece uno studio in una popolazione studentesca alle prese con "stress da esame" che ha comportato un aumento dell'apporto energetico.
Una recente recensione di Scott et al. descrive elegantemente il ruolo dello stress sociale, che si trova negli ambienti di lavoro degli esseri umani nello sviluppo dell'obesità e recentemente un altro tipo di stress sempre legato alle condizioni di lavoro attuali ha guadagnato molta attenzione nella comunità scientifica, vale a dire privazione del sonno.
La privazione totale o parziale del sonno è associata a un aumento della secrezione di cortisolo e al conseguente aumento dell'apporto energetico.
Con la diminuzione della quantità media di sonno nella popolazione generale, la privazione del sonno può diventare uno dei più importanti fattori di stress moderati presenti nella nostra società, accanto a fattori di stress emotivi o legati al lavoro.
Non scegliamo (anche se ci sembra di sì)
Gli studi sull'uomo che valutano gli effetti del cortisolo sull'assunzione di energia sono limitati, ma generalmente supportano le scoperte negli animali da laboratorio: la stimolazione dell'apporto energetico da parte dei glucocorticoidi è specifica per i macronutrienti.
Quando i ratti avevano una libera scelta per diverse composizioni di pasti, l'astinenza da corticosterone li spingeva principalmente all’assunzione di grassi, che è mediata da un effetto del corticosterone sulla secrezione di insulina.
Inoltre, i ratti sottoposti a stress ripetuto aumentavano in modo specifico grassi e zuccheri e ciò suggerisce che le azioni dei glucocorticoidi possano essere alla base della preferenza per determinati macronutrienti e tipi di alimenti nell’uomo in situazioni di stress, in particolare cibi ricchi di grassi saturi e zuccheri. Sono diversi gli studi che hanno preso in esame gli effetti del consumo di pasti con contenuto di macronutrienti diversi, alto contenuto di proteine rispetto ad alto contenuto di carboidrati, sui livelli di cortisolo o sull’umore quando chi sceglieva era stressato.
In generale, si è vista una maggiore attività dell’asse Hpa in seguito a un pasto negli uomini rispetto alle donne, indipendentemente dalle differenze nella composizione corporea, nella distribuzione del grasso corporeo, nelle variabili psicologiche o nell’età.
Tutti questi fattori contribuiscono all’aumento di peso e all’obesità, possibilmente diminuendo l’efficacia degli interventi di perdita di peso.
Comfort food (verità o bufala?)
In teoria ciascuno di noi ha il proprio cibo di conforto preferito in base a fattori individuali, culturali e sociali, ma confrontando la tipologia dei cibi scelti si può facilmente notare come vi sia comunanza di nutrienti, glucosio e grasso, tanto da permettere la definizione precisa di comfort food.
Sebbene le persone credano che questi cibi forniscano benefici per l’umore, diversi studi stanno mettendo in luce che questi alimenti ricchi di calorie, zuccheri e grassi in realtà NON forniscono una dose di "conforto" maggiore rispetto a quello di altri alimenti (o di nessun cibo). Tutta colpa, o merito, delle nostre credenze; se siamo convinti che questi alimenti migliorino rapidamente il nostro umore ciò può effettivamente accadere.
E gli studi di emotional eating mostrano che problemi comuni della vita influenzano in modo determinante il consumo di cibo, ma lo fanno in modo differente a seconda del peso delle persone.
Dopo emozioni negative le donne di peso normale hanno aumentato il consumo di cibi dolci, acquisendo un incremento ponderale maggiore rispetto alle donne in sovrappeso, ma queste hanno consumato cibi più salati, fritti e dolci.
Comford food = cibo non sano
Il cibo sano non sembra purtroppo essere mai scelto in queste condizioni.
È probabile che il conseguente bilancio energetico positivo determini un aumento della lipogenesi e della conservazione del grasso, sotto l'influenza dei glucocorticoidi.
Gli adipociti viscerali hanno un numero quadruplo superiore di recettori glucocorticoidi rispetto agli adipociti in altri depositi di grasso.
L’iperattivazione associata allo stress cronico dell'asse Hpa e il conseguente Ipercortisolismo determinano un aumento della conservazione del grasso in particolare nella regione viscerale, contribuendo ulteriormente alle relative conseguenze avverse metaboliche.
La comunità scientifica è concorde nel sottolineare come l'asse Hpa svolga un ruolo essenziale nell'epidemia di obesità della società occidentale, dove sono presenti in abbondanza elevati livelli stress ambientale e ampia disponibilità di cibi grassi e dolci.
Tutta colpa di fruttosio e cortisolo?
Tradizionalmente, l’ipotesi principale riguardante lo sviluppo dell' obesìtà comporta uno squilibrio calorico, per cui la quantità di calorie consumate supera la quantità di calorie bruciate che causa l’obesità; negli ultimi tempi però si sono affiancate anche ulteriori spiegazioni, ad esempio nell’ultimo decennio è emersa anche l'ipotesi che l’eccessivo consumo di zuccheri aggiunti e carboidrati raffinati inducono insulino-resistenza e alti livelli di insulina causano l’obesità.
A questa se ne aggiunge un’altra in cui riveste un ruolo importante proprio il cortisolo: il consumo eccessivo di fruttosio causa infiammazione in tutte le cellule che lo metabolizzano rapidamente e quando ciò avviene negli adipociti sottocutanei, la successiva infiammazione porta ad un aumento del cortisolo intracellulare.
Sfortunatamente, l’aumento del cortisolo intracellulare porta a un aumento del flusso di acidi grassi dagli adipociti sottocutanei consentendo un maggiore substrato per lo stoccaggio del grasso nel tessuto adiposo viscerale.
Inoltre l’Infiammazione del fegato indotta da fruttosio porta anche a un aumento del cortisolo intracellulare attraverso una sovraregolazione dell’idrossisteroide deidrogenasi di tipo 1 11-B che causa un maggiore accumulo di grasso nel fegato, cioè fegato grasso.
In sostanza, la risposta infiammatoria del cortisolo indotta dal fruttosio causa un corpo “sottile all’esterno, grasso all’interno”.
Inoltre, il fruttosio, quando raggiunge il cervello, sia attraverso la barriera emato-encefalica, sia dalla formazione endogena del glucosio attraverso la via dei polioli, stimola un aumento del rilascio di cortisolo causando gluconeogenesi epatica che porta all’insulino-resistenza generale e ulteriore ingrassamento del corpo.
BIBLIOGRAFIA
Silvia Ambrogio "Perchè dimagriamo in vacanza?" Puntoeffe, Klatzkin RR, Baldassaro A, Hayden E. “The impact of chronic stress on the predictors of acute stress-induced eating in women”. Appetite. 2018 Apr 1;123:343-351. | Sinha R. ‘Role of addiction and stress neurobiology on food intake and obesity”. Biol Psychol 2018 Jan; Voi. 131, pp. 5-13 | Wagner HS et al. “The myth of comfort food”. Health Psychol. (2014) | Femke Rutters et al. “The Hypothalamic-Pituitary-Adrenal Axis, Obesity, and Chronic Stress Exposure: Foods and HPA Axis”. Curr Obes Rep (2012) 1:199-207 ( Di Nicolantonio JJ, Mehta V, Onkaramurthy N, O'Keefe JH. "Fructose-induced inflammation and increased cortisol: A new mechanism for how sugar induces visceral adiposity". Prog Cardiovasc Dis. 2017 Dec 8.
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